La fosfatidilserina è un lipide costituente la membrana cellulare. Inizialmente la fosfatidilserina era utilizzata per i suoi effetti positivi sulla memoria. Infatti la fosfatidilserina è più abbondante nel cervello e specialmente nelle membrane delle cellule nervose, i neuroni. Facilita la trasmissione degli impulsi elettrici e quindi una più efficace comunicazione tra neuroni.
La funzione della fosfatidilserina che è di maggiore interesse in ambito sportivo è la sua capacità di inibire la produzione di cortisolo, che ha un’azione catabolica. In condizioni di stress il cortisolo attiva la gluconeogenesi epatica, ovvero il meccanismo che permette la sintesi di glucosio a partire da substrati non saccaridici tra cui le proteine dei muscoli. Quindi più elevata è la quantità di cortisolo, maggiore sarà la quantità di proteine che verranno metabolizzate in zuccheri. Inibendo il cortisolo si andrebbe ad inibire anche l’utilizzo delle proteine dai muscoli e quindi il loro catabolismo. Ed è per questo meccanismo che si ritiene che la fosfatidilserina ha un’azione anticatabolica.
Il maggiore timore nel suo utilizzo è sempre stato legato al fatto che il cortisolo innesca la risposta infiammatoria. Inibendo l’azione del cortisolo si rischierebbe di inibire anche questo processo di difesa del nostro organismo. A difesa della fosfatidilserina, il suo non continuo utilizzo. La fosfatidilserina viene utilizzata nei giorni di allenamento, in genere 3-4 giorni a settimana, e il nostro organismo ha tutto il tempo per riportarlo ai suoi livelli fisiologici.
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