CONOSCERE E AFFRONTARE LA CELIACHIA

La celiachia è una patologia infiammatoria permanente con reazione auto-immune al glutine che interessa l’1% della popolazione mondiale. I casi in Italia dovrebbero essere circa 600.000, ma in realtà quelli diagnosticati fino al 31/12/2018 sono circa 214.000. Questo vuol dire che ci sono moltissimi casi non ancora diagnosticati. Soggetti che presentano i sintomi e che non si sottopongono a screening, continuando ad assumere glutine possono incorrere a diverse e gravi complicanze.

In questo articolo cerchiamo di conoscere meglio la patologia, quali sono i sintomi che la caratterizzano e come affrontarla.

Che cos’è la CELIACHIA? Quali sono i fattori di rischio?

La celichia è una malattia cronica autoimmune provocata dall’assunzione di cibi contenenti glutine, in soggetti geneticamente predisposti. L’introduzione nell’organismo di glutine provoca una reazione immunitaria, cioè il sistema immunitario attacca erroneamente il tessuto della parete intestinale a livello del piccolo intestino, produce autoanticorpi per combattere le  cellule sane che non riconosce come self.

Questa  continua risposta immunitaria produce un’infiammazione che porta al danneggiamento dei villi intestinali e al loro appiattimento (Atrofia dei villi). I villi intestinali servono ad assorbire i nutrienti. Il loro danneggiamento impedisce il corretto assorbimento dei nutrienti introdotti con l’alimentazione, privando l’organismo di nutrienti essenziali come vitamine, sali minerali che conducono al mal funzionamento di organi e tessuti apportando gravi danni a livello del sistema nervoso, dell’apparato scheletrico, riproduttivo e a livello   del circolo sanguigno.

Diversi sono i fattori di rischio  che possono determinare la comparsa della patologia:

Fattore genetico: se uno o più familiari soffrono di celiachia è possibile che nel loro corredo genetico vi siano uno o più geni responsabili della patologia. Non per forza da un genitore celiaco nasce un bambino celiaco. Solo il 5-10% dei parenti di primo grado (genitori, figli, fratelli) dei celiaci risulta essere affetto dalla celiachia.

Fattore ambientale : per esempio un’ infezione dell’ apparato gastro-enterico dovuta a rotavirus durante l’ infanzia può svolgere un ruolo importante nello sviluppo della celiachia.

Malattie autoimmuni: la presenza di altre malattie autoimmuni come diabete mellito di tipo 1, tiroidite autoimmune, artrite reumatoide, sindrome di Sjögren  possono determinare lo sviluppo della celiachia.

Sindromi genetiche: la celiachia si associa spesso a sindromi genetiche (Down, Turner).

Che cos’è il GLUTINE? E in quali alimenti si trova?

Il glutine è un complesso proteico che si trova in alcuni tipi di cereale:

  • grano         
  • orzo
  • segale
  • avena
  • frumento
  • farro
  • kamut
  • malto
  • triticale

L’effetto tossico del glutine nei pazienti celiaci è dovuto alla prolamina, frazione proteica del glutine. Il contenuto di prolamina nel glutine è di circa il 50%.

La Prolamina del frumento è la gliadina, della segale è secalina, dell’orzo è l’ordeina e dell’avena è l’avenina.

Il glutine è presente in alimenti che contengono i  cereali sopra elencati, come : pasta, pizza, grissini, crakers, torte, snacks vari, cereali per la prima colazione, impanature per carni o pesce.

É importante leggere sempre le etichette dei prodotti che si acquistano, perchè il glutine viene aggiunto in alcuni alimenti come additivo durante la trasformazione industriale. Quindi, lo possiamo trovare in alcuni tipi di yogurt, salse, piatti pronti, gelati.

Chi soffre di celiachia deve evitare anche di bere birra, prodotta dalla fermentazione dell’orzo, bevande solubili che possono nascondere tracce di glutine e tè aromatizzati.

Sintomi della celiachia

I sintomi più comuni nella forma tipica o classica sono:

  • diarrea
  • gonfiore addominale
  • crampi e dolore addominale
  • malassorbimento intestinale
  • perdita di peso
  • nei bambini si ha un rallentamento della crescita

Nella forma atipica, di cui stanno aumentando i casi diagnosticati rispetto alla forma tipica, riscontriamo i seguenti sintomi:

affaticamento e stanchezza, dovute ad anemia derivante dalla carenza di ferro o dalla carenza di folati

  • alopecia
  • debolezza muscolare
  • perdita della densità ossea (osteopenia, osteoporosi)
  • cefalea
  • convulsioni
  • formicolio delle mani e dei piedi, atassia
  • infertilità, aborti spontanei
  • disturbi del ciclo mestruale
  • afte orali, perdita dello smalto dei denti
  • perdita di peso (non associato ad altra causa)
  • aumento del livello delle transaminasi
  • vomito

Spesso si può riscontrare la celiachia cutanea o della pelle. Si tratta di Dermatite Erpetiforme causata dal glutine. In questo caso, il glutine  anzichè provocare un’infiammazione intestinale, produce una reazione cutanea a livello della schiena (zona lombare), dei gomiti e delle ginocchia. In queste zone si sviluppa un’eruzione di vescicole e bolle che causano un forte  prurito.

Diagnosi

Si raccomanda l’esecuzione di screening nelle persone “a rischio”, cioè soggetti che presentano i sintomi della patologia o che hanno parenti di 1°grado affetti da celiachia e/o affetti da altre patologie autommuni o genetiche.

Si consiglia di non fare diete fai da te, ma di consultare uno specialista gastroenterologo per non incorrere  a severe complicazioni.

Per accertare la presenza di celiachia vengono eseguiti esami di laboratorio secondo un ordine logico stabilito dalle linee guida internazionali

ANALISI DEL SANGUE : le analisi vengono effettuate su un campione di sangue per la ricerca di specifici anticorpi, ANTI-TRANSGLUTAMINASI (tTG), ANTI-GLIADINA (AGA), ANTI-ENDOMISIO (EMA), la cui presenza indica che l’organismo percepisce il glutine come sostanza estranea e dannosa.

BIOPSIA INTESTINALE: Se le analisi del sangue risultano positive, quindi si riscontrano  elevati livelli degli anticorpi (sopra elencati), è necessario eseguire una Biopsia intestinale. Si effettua il prelievo di un piccolo frammento della mucosa intestinale per verificare se il tessuto intestinale è danneggiato, in particolare si verifica la presenza di atrofia dei villi.

Terapia

L’unica cura disponibile per il trattamento della celiachia , oggi, è una dieta priva di glutine. Grazie alla completa eliminazione di questo complesso proteico, l’intestino e la mucosa intestinale del paziente celiaco ritrovano la loro normale funzionalità con la scomparsa dei sintomi e soprattutto si evitano complicazioni gravi.

Il glutine non è una proteina essenziale per la nostra salute, e quindi si può eliminare dalla dieta senza riscontrare nessun tipo di carenza nutrizionale.

L’importante è seguire una dieta senza glutine sana ed equilibrata. Sono disponibili moltissimi cibi naturalmente privi di glutine come:

  • carne
  • pesce
  • uova
  • ortaggi
  • frutta
  • verdura
  • legumi
  • patate
  • riso

Inoltre sul mercato sono disponibili alimenti senza glutine, appositivamente formulati per chi soffre di celiachia. Questi prodotti sono contrassegnati con la dicitura “senza glutine”. L’azienda che utilizza questa dicitura deve garantire sia l’assenza di ingredienti contenenti glutine, ma anche l’assenza del pericolo di contaminazione.

È sempre possibile consultare il sito dell’AiC (Associazione italiana Celiachia), dove si può trovare l’ABC della dieta del celiaco, cioè una classificazione degli alimenti che consente di capire quali sono gli alimenti permessi (senza glutine), gli alimenti a rischio (possibile presenza di glutine), e gli alimenti vietati (glutine sempre presente).

Per i soggetti colpiti dalla Dermatite erpetica, l’ eliminazione del glutine dalla dieta comporta la completa guarigione del paziente, anche se la guarigione delle vescicole pruriginose avviene in maniera più lenta rispetto agli altri disturbi gastrointestinali.

Controlli periodici

Dopo la diagnosi di celiachia , oltre a seguire la dieta priva di glutine, è necessario periodicamente eseguire dei controlli per valutare il livello degli autoanticorpi, del ferro e dei folati e per valutare la correttezza del regime dietetico seguito; inoltre, è importante valutare la presenza di osteoporosi. Nella Celiachia, come detto precedentemente, si verifica malassorbimento dei nutrienti e in particolar modo la carenza di vitamina D e calcio possono provocare OSTEOPOROSI. Si consiglia, perciò, l’ esecuzione di una densometria o mineralometria ossea computerizzata (MOC) che consente di misurare la densità dell’osso.

L’osteoporosi è una patologia che rende l’osso fragile e soggetto a fratture, quindi è opportuno assicurarsi che i livelli di calcio e vitamina D siano nella norma. In caso di carenza, e sempre dietro consiglio medico, potrebbe essere necessario apportare delle modifiche della dieta e/o assumere gli specifici integratori di calcio e di vitamina D. Quest’ultima è un’ottima alleata per la salute delle ossa perchè aiuta l’organismo ad assorbire il calcio.

redatto da: Expert Team My STORE NUTRITION